UN PO’ DI STORIA DI SANTA BARBARA
Si narra che Barbara sia nata nel 273 d.C. a Nicomedia nell’Asia Minore (il porto di Izmit in Turchia), ma si dice che possa essere nata anche a Eliopoli in Plafagonia, Antiochia ed altre aree del Medio Oriente. Sarebbe stata martirizzata anche a Scandriglia (Rieti) o in Toscana, Roma o Catania.
Sarebbe stolto, a motivo di queste incongruenze, ripudiare la storia della martire. Lo storico ha presente che i fatti accaddero nel tempo in cui non era “lecito essere cristiani”, ai quali si tollerava che seppellissero dimessamente i loro morti, particolarmente se giustiziati. La libertà religiosa verrà data ad essi nel 313 d.C. con l’Editto di Milano.
Ma più di tutto si riconosce che nel culto cristiano alla Martire, nell’ammirazione degli scrittori della “Passione” di Barbara , giocò la tragicità degli eventi, che ridusse l’interesse per date e luoghi, rese più universale l’intera vicenda e quindi possibile, da parte di devoti narratori , connotarla a vantaggio della propria gente e con la vivacità della propria immaginazione.
Il culto che ebbe la martire Barbara , appena il cristianesimo fu religione di stato, fu immediato, esplosivo, diffuso in Oriente e in Europa. La memoria liturgica della martire Barbara è celebrata in tutte le chiese Orientale e nella Chiesa cattolica il 4 dicembre, giorno del martirio.
Il termine “Barbara” è greco e significa “Straniera”. Nella società greco-romana “barbaro” è lo specificativo che si dà a coloro che non sono sudditi dell’impero. Tuttavia “Barbara “ può essere anche un nome di donna , cittadina romana. La citta di Nicomedia, conquistata dai Romani nel 64 a.C., è la capitale della provincia della Bitinia e del Ponto, punto strategico perché vicino allo stretto dei Dardanelli e del Bosforo.
Barbara è una giovane donna, bella e istruita, figlia unica di Dioscuro, uomo ricco e potente che si assenta per lunghi periodi da casa lasciando alla moglie il compito di vigilare sulla figlia. La famiglia è notoriamente pagana, poiché Dioscuro è un ardente cultore degli dei e del divino imperatore.
Le fanno la corte moltissimi pretendenti delle città, però non è interessata a trovarsi un fidanzato ed è indifferente alla vigilanza che Dioscuro dispiega a sua protezione , rasentando una folle gelosia.
Durante un’assenza del padre ha l’opportunità di entrare in contatto con un gruppo di cristiani e rimane conquistata dalla buona novella di Gesù di cui avverte un fascino così persuasivo che ha deciso di restare vergine per vivere da sua discepola. Si reca presso una famiglia cristiana per chiedere il Battesimo eludendo la vigilanza del padre, prima che egli la rinchiuda nella torre in occasione delle sue assenze.
Terminata la costruzione dell’edificio turrito, Diòscuro vi conduce la figlia e la servitù. Barbara non avendo interessi mondani e tento meno il desiderio di essere corteggiata, non fa nessuna resistenza a diventare padrona di casa.
Barbara non resiste a segnare l’abitazione con i simboli cristiani della croce, del pesce, del canestro (Eucarestia); ne mette pochi , di piccola grandezza e nemmeno in vista, ma non sfuggono all’occhio di un pagano essendo i simboli dell’odiata religione dei discepoli di Gesù, il profeta crocefisso in Palestina sotto il Procuratore Ponzio Pilato.
Il padre di Barbara torna dal lungo viaggio e trova la figlia ancor più bella e radiosa. E’ tempo di maritarla con un giovane di rango per dare lustro alla famiglia e benessere a lei.
Si presentano a lui alcuni giovani e gli chiedono di sposare sua figlia. Dioscuro , prima di dare il consenso e di parlarne con la figlia , prende informazioni sui pretendenti e sceglie il migliore. Ella , senza dar segno di sorpresa , risponde che non si sente pronta, che non ne ha voglia , che ci penserà, lasciando interdetto il padre che con si spiega come una ragazza colma di doni naturali e di famiglia benestante possa rifiutare un pomposo matrimonio.
La spiegazione la trova informandosi presso la servitù del come ha vissuto Barbara durante la sua assenza, chi ha frequentato e via di seguito. Dioscuro individua sulle pareti di casa il segno della croce, il principale emblema dei Cristiani, il pesce, le pergamene nascoste, la mitezza della figlia e si convince che è CRISTIANA. Nell’irritazione esplode giurando per gli dei di ammazzarla. Conoscendo il carattere violento del padre, decide di abbandonare segretamente la casa paterna e di fuggire verso la Bitinia o la Cappadocia dove il Cristianesimo si è già imposto alla società pagana.
Dioscuro, rilevata la scomparsa della figlia, mobilita immediatamente alcuni servi e li spedisce alla ricerca della fuggitiva che ai suoi occhi è una rinnegata. Rintracciata, viene riportata in casa ormai rassegnata al suo destino di morte, certa di amare Cristo salvatore più del padre , più della vita. Ascolta la sentenza del padre inferocito che dice di non ritenerla sua figlia, d’aver tradito la fede paterna e ripudiato il culto del divino imperatore. La fa rinchiudere in una stanza per consegnarla all’indomani al tribunale imperiale. Il giorno seguente Dioscuro conduce Barbara al tribunale romano e la denuncia come cristiana, ribelle alle leggi dell’impero ed al culto del divino imperatore.
Il prefetto Marciano, in pubblica udienza, dapprima cerca di persuadere Barbara, che ha dichiarato di essere cristiana, a desistere dall’empietà che porta alla morte, a salvare la sua giovane vita e la felicità del padre. La giovane ripete che è cristiana , vuole esserlo sempre e invita i presenti a convertirsi a credere al vangelo. Il prefetto la fa denudare e le infligge la fustigazione , eseguita dal padre stesso. La fa rivestire e la spedisce in prigione a meditare sulla sorte ben più dolorosa che l’aspetta.
Il giorno dopo è riportata in tribunale e Marciano le chiede se ha riflettuto e ha deciso di sacrificare agli dei. Ella replica che è cristiana ed è pronta a sputare sugli idoli pagani. Il prefetto ordina che sia sottoposta alla tortura del fuoco: denudata le vengono applicate alla pelle piastre arroventate che la fanno gemere ; poi le viene amputato un seno. Come deterrente per tutti gli empi, il prefetto ordina che la torturata venga fatta girare nuda per la principale via della città. Condotta in prigione passa la notte tra lamenti e preghiere.
All’aurora il prefetto Marciano fa trascinare la giovane seviziata , constatata la sua irremovibilità, procede ad emettere la sentenza: cittadina romana che rifiuta il culto agli dei e non ubbidisce all’imperatore , è condannata alla decapitazione da eseguirsi immediatamente. Si fa avanti Dioscuro e chiede al giudice di poter sostituire il boia nell’esecuzione della sentenza capitale per Barbara ; gli viene concesso.
Il corpo e la testa di Barbara cadono al suolo. D’improvviso la spada di Dioscuro tintinna a terra e lui si accascia accanto alla Martire, incenerito da un fulmine della giustizia divina per l’orrendo delitto, come vuole la leggenda dei pii narratori.
L’episodio impressiona i presenti e costituisce l’elemento più significativo della grandezza della “VERGINE- MARTIRE DELLA BITINIA.”
Dal IV secolo d.C. le chiese d’Oriente la onorano a tal punto che tendono ad appropriarsi della storia. Ci sono tracce del suo culto in Cappadocia, ad Eliopoli in Fenicia, in Siria ad Antiochia, in Egitto ad Alessandria ed al Cairo ci sono chiese che costudiscono sue reliquie.
I veneziani nel X secolo trasportano il corpo della vergine-martire da Costantinopoli a Venezia e lo collocano nella Basilica di San Marco. Successivamente le sue spoglie vengono trasferite a nella chiesa di San Giovanni Evangelista del Monastero di san Giovanni di Torcello. Vi resta fino all’occupazione napoleonica. Con la soppressione dei monasteri (1811) le spoglie della martire trovano nuova sede nella cappella omonima di Burano. Nel bicentenario della spostamento (2011) a Venezia sono state effettuate celebrazioni culturali e liturgiche in onore di Santa Barbara.
In Italia, Santa Barbara è, tra gli antichi Santi martiri, una delle più onorate; ben decine di comuni l’hanno eletta Patrona o le hanno dedicato una Chiesa.
È tra le Sante più venerate al mondo, specie in sud America, Asia, Europa e Stati Uniti.
Ella fu prescelta perché rappresenta la serenità del sacrificio di fronte al pericolo senza possibilità di evitarlo, e fu eletta a Patrona “di coloro che si trovano in pericolo di morte improvvisa“. Infatti, la Martire, nell’imminenza del supremo sacrificio, pregò Gesù: “… tu che tendesti i cieli e fondasti la terra e rinchiudesti gli abissi, al quale comandasti ai nuvoli che piovessero sovra i buoni e sovra i rei, andasti sopra il mare e riprendesti il tempestoso vento, al quale tutte le cose obbediscono, esaudisci per la tua misericordia infinita la orazione della tua ancilla… Pregoti Signore mio Gesù, se alcuna persona a tua laude farà memoria di me e del mio martirio,… mandali grazia per tua misericordia
La compenetrazione della leggenda di vita mistica spiega le ragioni per cui subito dopo l’invenzione della polvere da sparo ciascun magazzino di munizioni, in particolare sulle navi da guerra, per devozione alla vergine di Nicomedia, da sempre ha attaccato sulle pareti un’immagine della santa “perché siano preservati dal fuoco e dai fulmini celesti i depositi delle polveri che si chiamano appunto SANTEBARBARE“… (Padre Alberto Guglielmotti
”È la patrona di Marinai, Artificieri, Vigili del fuoco, Minatori, Artiglieri, Architetti, Ingegneri Ambientali, Muratori, Campanari, Ombrellai.
Il 4 dicembre a bordo delle Unità Navali della Marina Militare, secondo la tradizione, si dona un fascio di rose rosse al 1º Direttore del Tiro di bordo.